David Livingstone(1813 - 1873)Pioniere e missionario congregazionalista della London Missionary Soci
David Livingstone(1813 - 1873)Pioniere e missionario congregazionalista della London Missionary Society (Lms).Celebrato come la più grande personalità dell'età vittoriana, fu, secondo verità, un ricercatore arruffone e scombinato, tanto da meritar l'epigrafe di “Peggior esploratore di tutti i tempi”.Per isbaglio (o calcolo fraudolento) entrò con nominanza nel registro aureo degli avventurieri, incarnando nei secoli a venire, inspiegabilmente, l'icona paradigmatica dell'intrepido giramondo.Prode, strenuo ed, a suo modo, impavido viandante, contribuì con un certo merito a raccontar la topografia dell'Africa centrale, pur essendo artefice di una serie di fiere catastrofi sì orrende, da imputarsi con certezza ad una disposizion d'animo di vero e proprio gran maldestro.Nel 1858, nell'intento di scoprire un fiume navigabile attraverso l'Africa meridionale, si perse nelle sterpaglie, fu morso da un leone, mise la mappa al contrario, si smarrì e tutti i suoi missionari morirono di malaria, cadde nelle sabbie mobili e fu colpito da dissenteria, emorragie e polmonite, si perse nelle rapide e cadde da una cascata, la moglie morì di malattia tropicale, tutti i collaboratori perirono tragicamente ed i sopravvissuti rinunciarono saggiamente a seguirlo e fuggirono con grande strepito, e dunque tornò malconcio in Inghilterra con le pive del sacco, ove fu scacciato dalla società missionaria che lo foraggiava.“E’ ossessionato dai suoi movimenti intestinali, che dettano la bussola e i suoi stati d'animo, non posso trarre altra conclusione se non che il dottor Livingstone è fuori di testa”Scrisse con malanimo il disperato John Kirk, suo medico accompagnatore.Ma Livingstone, tradendo fuor d'ogni dubbio una pervicace attitudine alla fermezza, rispose con bravura: “Sono pronto a ritentare, ad andare ovunque, purchè sia in avanti”E così fece.Nel 1866, durante la spedizione in Tanzania, tentò di scoprire la fonte del Nilo.Scambiò il fiume Congo per il Nilo, si ammalò nuovamente di malaria, sbagliò ripetutamente strada rimanendo incagliato nel bitume, venne anzitempo abbandonato dai suoi 35 collaboratori che gli rubarono i viveri e le attrezzature, si perse nella giungla e sopravvisse mangiando locuste, scrisse 44 dispacci di aiuto, di cui uno solo fu intercettato ma, essendo stato scritto con inchiostro evaporante fatto di bacche, arrivò solo un foglio bianco.Venne poscia rapito dai mercanti di uomini arabi, cercò di scappare e nel rocambolesco tentativo, per causa sua, furono uccisi 400 schiavi.Fuggì sul lago Tanganika e visse per tre anni allo stato selvaggio.Fu rinvenuto da una tribù del posto, così tanto affascinata dal suo uso del coltello e della forchetta, da costringerlo per anni a mangiare pubblicamente in una gabbia, per guardarlo sfamarsi in quell'inusuale modus da damerino britannico.Nel 1869 fu inviato alla sua ricerca il noto giornalista Henry Morton Stanley, che infine lo scovò nella città di Ujiji, sulle sponde del lago Tanganika.I due si salutarono secondo il formale ed autorevole costume vittoriano: “Dottor Livingstone, i presume” (“Il dottor Livingstone, suppongo”)“Avrei voluto abbracciarlo, ma è pur sempre un inglese e non sapevo come avrebbe accolto il mio gesto” (Henry Morton Stanley)Stanley provò a convincerlo a tornare con lui in Inghilterra, ma Livingstone volle partire immediatamente per una terza spedizione.“Ho tutto sotto controllo”Il giorno della partenza si ferì cadendo su un chiodo e finalmente morì di emorragia.Sottolineò il suo biografo Tim Jeal:“Livingstone sembra aver fallito in tutto ciò che più desiderava raggiungere”Ma David Livingstone non fu uomo di poco affare.Fu un valoroso che si pose con animo audace a malagevoli imprese.La radice di tanto eroico accanimento giunse dallo smisurato profondo di un animo altiero e da maravigliosa forza:“E’ che non riesco a stare fermo” (David Livingstone)ONORE -- source link