Rimpiangevo di non aver avuto il tempo e l’ispirazione di offenderla, di farle male, e di cost
Rimpiangevo di non aver avuto il tempo e l’ispirazione di offenderla, di farle male, e di costringerla a ricordarsi di me. La trovavo così bella che avrei voluto poter tornare sui miei passi a gridarle, alzando le spalle: “Come vi trovo brutta, grottesca, come mi ripugnate!”. E invece mi allontanavo, portando per sempre con me, come archetipo di una felicità inaccessibile ai ragazzi della mia specie in base a leggi naturali impossibili a trasgredirsi, l’immagine di una ragazzina rossa con la pelle cosparsa di efelidi rosa, che reggeva una vanga e lasciava scorrere su di me, ridendo, lunghi sguardi sornioni e inespressivi. Marcel Proust, Du côté de chez Swann -- source link
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