Se domani scoppiasse una guerra nucleare tra India e Pakistan, due potenze nucleari “minori&rd
Se domani scoppiasse una guerra nucleare tra India e Pakistan, due potenze nucleari “minori” che dispongono solo di qualche centinaio di atomiche “piccole” come quella sganciata su Hiroshima, è stato stimato che, nei mesi successivi, circa 2 miliardi di persone morirebbero di fame.Non in India o in Pakistan, nel mondo.Perché il fumo provocato da una guerra atomica si andrebbe ad accumulare negli strati più alti dell’atmosfera, e lì resterebbe per anni, oscurando in gran parte il sole.Ci sarebbe un drastico calo delle temperature in tutto il mondo e l’agricoltura globale potrebbe avere una flessione compresa tra il 10 e il 40%.Se una simile guerra coinvolgesse anche le altre potenze nucleari (USA - NATO - Russia - Cina - Corea del Nord), invece, il mondo piomberebbe in quello che gli scienziati chiamano “inverno nucleare”, le temperature tornerebbero quelle dell’era glaciale e circa il 90% della vita sulla terra si estinguerebbe in pochi giorni.A quel punto non avrebbe nessuna importanza l’essere colpiti direttamente dalle bombe o meno, non cambierebbe nulla vivere dall’altra parte del mondo, queste sarebbero le conseguenze per tutti.Basterebbe un singolo pazzo, una singola azione avventata da parte di un leader di uno dei Paesi dotati di armi nucleari per portare a questo risultato.Non si tratterebbe più di vincere una guerra, perché una volta iniziata, una cosa del genere, non lascerebbe sul campo nessuno.Negli anni 80, un gruppo di scienziati spiegò esattamente questo a Reagan e a Gorbachev.Ce l’ha raccontato il professore di scienze atmosferiche e oceaniche Brian Toon in un suo famoso intervento.E Reagan e Gorbachev, ai tempi, lo capirono.Oggi, francamente, non so se gli attuali leader del mondo abbiano ancora ben presente questa cosa. A giudicare da come agiscono, non sembra affatto.Da una parte c’è un dittatore fascistoide, difeso da una manica di imbecilli anche in occidente, che ha iniziato una guerra e sta massacrando un popolo.Dall’altra c’è un ex comico telecomandato dagli USA che sembra non rendersi conto di quello che sta rischiando il mondo intero, che non nomina mai la parola “pace” e preferisce recitare la parte del guerriero sulla pelle del suo popolo che muore.Poi ci sono gli USA, che fanno di tutto affinché la guerra possa durare ancora anni, affinché Putin possa indebolirsi enormemente e l’UE debba rivolgersi forzatamente a loro per rifornirsi di gas e petrolio.E c’è l’UE, completamente succube degli USA, che appoggia e rifornisce una guerra che, ogni giorno che passa, potrebbe tranquillamente trasformarsi in uno scenario come quelli descritti più in alto.Non si parla più di negoziati, si preferisce privilegiare la narrazione degli eroici ucraini che vanno armati per combattere Putin.Con il risultato di protrarre la guerra, di provocare più morti, di rischiare l’irreparabile.L’unico modo per fermare una guerra è non combatterla.Erano gli anni 80.E 40 anni dopo ce ne siamo tutti dimenticati. (Emiliano Rubbi) -- source link